martedì 3 settembre 2013

Lavarone - Il post - Atto II

Riparto dalla zona cambio non senza difficoltà, infatti non riesco ad incastrare gli scarpini nei pedali e perdo così altre posizioni ma faccio fatica a quantificarle in quanto sono troppo concentrato a guardare in basso, nel tentativo di sistemare questa situazione, che sta diventando imbarazzante. Dopo qualche centinaio di metri riesco nell’intento e affronto quella che si rivelerà la mia frazione più debole. Il primo chilometro è realmente piacevole, si passa in mezzo al bosco in leggero falsopiano in discesa e pedalare è quasi come andare a casa di Heidi per il the delle 5. Non faccio nemmeno in tempo ad immaginare che biscotti inzuppare che si staglia di fronte a me una bella e importante salita. Mi metto di buona lena e salgo ma le cosce sono già brace ardente anche perché credo di avere sbagliato rapporto di salita. In cima trovo qualche tifoso ed un vigile che mi guardano, non parlano e non muovono un muscolo. Non dico che mi aspettassi di scalare i Pirenei tra due ali di folla ma almeno un pochino di incitamento, quello si! E allora decido di gridare io a loro: DAI DAI DAI DAI! Via giù a bomba per una discesa bella pendente, ma se tanto mi da tanto, dovrei trovare una corrispettiva salitona. Qui vengo passato da tanti atleti che pareva stessero partecipando con le bici a pedalata assistita. Mi serve del tempo per capire che questi simpatici tizi non erano altro che i fenomeni partiti nella prima batteria e che quindi mi stavano semplicemente doppiando. In questo primo giro (di due), tante saranno le occasioni per perdere del tempo: rischio di cadere in una salita veramente ripida per non avere calcolato bene il rapporto del cambio; mi fermo a colloquiare con i medici dell’ambulanza perché ho visto un atleta sfracellarsi su di un muro ad una curva; saluto un gruppo di attempate signore che alla fine di una salita mi dicono ad entrambi i giri: “ghe n’è altri 3 chilometri de salita giovane, forsa!” , MITTTTICHE; scambio ad ogni bivio una battuta con gli addetti alla gara; continuo imperterrito il mio incitamento al contrario, cioè, incito io il pubblico con il mio “VAI VAI VAI”. Devo dirvi che un percorso così difficile non me l’aspettavo proprio e di sicuro il mio corpo non è attrezzato per dargli il rispetto che merita ma battaglio parecchio contro le avversità. Raggiungo in qualche modo l’ultima salita e vedo davanti a me un ragazzo della mia stessa squadra conosciuto alla partenza. Sinceramente credo stesse peggio di me anche perché con 6 pedalate si muoveva di mezzo metro. A questo punto lo passo a velocità doppia e lo incito invitandolo a seguirmi per accompagnarlo nell’ultimo tratto. Chiamatemi Guaranà! Il mio amico si alza sui pedali, rinato e sorridente e si mette alla mia ruota. Finita la salita affrontiamo la discesa pensando che sia finita la frazione…. e invece no, altra salita! Lui educatissimo sfoggia un “E LA PEPPA” ed un “CAZZOLINA” e aggiunge: “NO, UN’ALTRA SALITA NO, NON CE LA FACCIO!” . Arriviamo comunque insieme alla seconda zona cambio. 55 minuti per questi 20 km. No comment! Vedo Camilla che mi sta filmando e mi grida finalmente un “DAI DAI DAI”, mi ringalluzzisco. Infilo le ginniche e via per nuove avventure. Due giri da 2,5 km. Cosa vuoi che sia? Improvvisando i primi passi, provo la sensazione forte di aver calzato due lavatrici e non due Nike. Mi sposto zoppicando su entrambe le gambe, vi giuro può succedere! Necessiterei di una SPA, di un lettino, di un cocktail con ombrellino, un club sandwich e musica lounge di contorno. Ma affronto la battaglia! Pare che finalmente ci sia un po’ di piano. Giro l’angolo e: DISCESONA, DISCESONA, DISCESONA. Giro un altro angolo e: SALITONA, SALITONA, SALITONA. Passo qualche atleta, incredibile! Ma è anche il momento che perdo la milza. Male, veramente male! Faccio amicizia con la vigilessa e il signore con la bandiera fra la discesa e la salita, in sostanza me la faccio passare sdrammatizzando. Affronto l’ultima asperità dando un cinque alla signorina che continuava a dirmi: “tieni la destra, tieni la destra!” e girato l’angolo vedo il gonfiabile dell’arrivo, è fatta! Passo davanti alla speaker e le grido il mio nome e lei, carinissima, mi accompagna incitandomi per i miei ultimi 50 metri, approcciandoli con una corsa che parrebbe quasi fresca e rido. C’è Camilla ad aspettarmi dietro la linea e faccio ciò che forse gradisce a metà, le do un bel bacio ma sono sudato in ogni dove e sicuramente non profumo di violette e roselline. Allego foto del sudore cristallizzato.
Credo di averci messo 27 minuti per 5 km. Vabbè non un granché, anzi, ma sono felicissimo, come quando striscio il badge il venerdì sera per uscire dall'ufficio. Finito, ce l’ho fatta! Obiettivi tutti raggiunti! Ringrazio i miei sponsor: BIRRA MORETTI, FRANZISKANER, HEINEKEN, CIOBAR, COSE DI CASA, PEARA’ TAKE AWAY DI ALFREDO E FIGLI e il BAR ASSO. Tanto vi dovevo, Davide.

4 commenti:

  1. Grande Guaranà...urta urta...ohhhisssa ohhhhisssaaa...
    Che perle,perchè invece de corrar come forrest, perchè non te pensi che te si meio a scrivar ...!!

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  2. ciao Anonimo, se smettessi di correre non saprei più di cosa scrivere. Baci

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  3. Ma quando mai l'hai vista Heidi bere il the!?

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  4. Hanno fatto delle puntate speciali in cui beveva secchiate di the. Baci

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