lunedì 10 novembre 2014

Trentino Garda Half Marathon (La mezza di Riva del Garda)

Sabato, il giorno prima della gara, mi sono riposato tutto il giorno crogiolandomi vergognosamente sul letto e il divano. SCANDALOSO! Ma non intendevo rischiare nulla, intendevo giungere riposatissimo al mattino dell'evento. E così è stato. Erano le sei del mattino quando John Mayer iniziava a suonare sul display del mio smartphone. A quest'ora della domenica si svegliano solo le anziane che vanno a prendere la messa delle 7, i genitori dei figli che hanno fatto seratona al sabato e i runners sclerati come me. Al risveglio, la schiena mi avverte di aver esagerato con la posizione orizzontale e la temperatura in casa mi sussurra che non deve essere un' alba così tanto fredda. Colazione extra-large e doccia calda mi permettono di incominciare a sentire le prime sensazioni corporee in maniera così spiccata che, una volta salito in auto, posiziono il volume dell'autoradio a livello "aperitivo del venerdì sera", quindi non elevatissimo ma già abbastanza pesantino. Il "Matteo Nazionale" è già sotto il portone di casa ad aspettarmi e, visto l'anticipo con cui si è presentato, penso che anche lui abbia avuto un discreto risveglio come ce l'ho avuto io. Gli occhi però sono particolarmente spiritati e il primo movimento che fa, una volta salito in auto, è quello di abbassare drasticamente il volume della trasmissione radiofonica. Facilmente mi sono sbagliato, non abbiamo avuto lo stesso identico risveglio. La giornata è uggiosa e a tratti troviamo anche la pioggia in autostrada ma convinco il sonnolente mio accompagnatore che a Riva del Garda troveremo un clima soleggiato. La zona di accoglienza dell'evento è situata all'interno della fiera e ci accingiamo al ritiro dei pettorali e a prepararci con calzoncini e maglietta. Usciamo per fare una corsetta e il sole ha già fatto capolino e si sta benissimo in canottiera. Durante il riscaldamento incrociamo qualche bel soggetto degno di nota e fra questi un germanico alto un metro e novantacinque che corre a più non posso. Rimaniamo impressionati dal fisico del biondo nordico e dalla sua potenza atletica. Impacchettati nella nostra griglia svolgiamo in ordine: - il rituale del ballo di gruppo - il saluto all'elicottero - il sorriso alla telecamera posta sul drone. Finalmente si parte. Siamo a circa 30 metri di distanza dai palloncini bordeaux dei pacers dell'ora e trentanove minuti, decisi più che mai a non abbandonarli per nessun motivo al mondo. Primi metri in vialone direzione centro di Riva che permettono una discreta corsa senza troppi intruppamenti pericolosi. E il ritmo è già altissimo. Il passaggio nel centro di Riva durante il secondo chilometro risulta talmente veloce che nemmeno mi accorgo di dove siamo. Al terzo chilometro passiamo sotto la galleria e tutti gli appassionati de "l'attimo fuggente" fanno risuonare il loro barbarico YAWP, anche qualche ululato. Ancora tanta confusione, tanta gente che ci supera al doppio della velocità e i nostri palloncini bordeaux in bella vista di fronte a noi. Io e Matteo ci accorgiamo che le medie sono molto più veloci di quelle che riteniamo essere in grado di fare e, al quarto chilometro, non si vede più un sorriso sui nostri visi sudati. Il ristoro del quinto chilometro risulta più dannoso che utile perché mi soffoco con l'acqua e riprenderò un respiro normale solo dopo due chilometri. Ma qui, io e l'ex assonnato, ci cambiamo di abito e mettiamo le vesti degli operatori ecologici. Iniziamo la nostra ormai nota e inesorabile rimonta sul gruppo e partiamo ad effettuare la raccolta differenziata dei vari "runners rifiuti" che troviamo ai bordi della strada. Siamo poco lontano da Arco e mi rendo conto di aver corso su di un lungo tratto in leggerissimo falsopiano in salita e nonostante ciò teniamo a vista i pacers e pensiamo che il ritorno lungo il fiume Sarca, ci vedrà avvantaggiati per la discesa. Ad Arco inizia anche a piovigginare ma è un fenomeno atmosferico che rinfresca e non danneggia la corsa. Altro ristoro impossibile del decimo chilometro e ingurgito il solito orrendo gel energetico. Esco da Arco e penso a tutte le Giovanna che abitano qui. Ci immettiamo nella pista ciclabile che fiancheggia l'immissario del Lago di Garda e circa al tredicesimo chilometro sapete chi troviamo? Il biondo germanico che cammina al lato della strada con le mani ai fianchi in attesa del passaggio del carro funebre. Mai occasione migliore di indicare il soggetto a Matteo e prendere l'occasione di incitarci a vicenda per continuare a macinare. E invece, nell'ordine, perdo prima la sensibilità totale della milza e poi, credo per osmosi, mi parte per la tangente anche il fegato. Prossima gara prenoto un'epidurale, toglietemi tutta la sensibilità! Nel frattempo, la pista ciclabile, non si rivela in falso piano come speravamo, siamo invece obbligati a effettuare quattro o cinque sali e scendi spacca-gambe. Il ritmo resta costante ma al diciassettesimo chilometro, Matteo decide di abbassare leggermente il passo e mi lascia andare da solo. Io non ho più la capacità mentale di decidere cosa sia giusto fare, se aspettarlo o andare, sono cotto, lessato, affumicato! Decido di continuare al ritmo e tenere a giusta distanza i palloncini. Giungiamo in questo modo alla spiaggia e iniziamo a sentire la musica dell'arrivo in lontananza. In questo momento mi sembra veramente di aver fatto un'epidurale visto che non sento più le gambe. Ultimo chilometro, SORPRESA, Matteo è riuscito a riprendermi e decide di scortarmi fino all'arrivo una volta capito che non ci sarei arrivato con le mie sole forze. Guardo il cronometro che indica 1:39:40. Capisco che non riuscirò a stare sotto l'ora e quaranta perché l'arrivo è ancora lontano..... e invece.... giro l'angolo e lo vedo lì a cento/centocinquanta metri. Grido: "CE LA FACCIAMO!". Ci piazzo uno scatto poderoso da brividi e spero di avercela fatta. Non la faccio lunga, tempo finale: 1:40:05. Cinque secondi del piffero! Nonostante ciò, sono molto contento del risultato finale avendo capito di poter abbassare ulteriormente l'asticella per le prossime gare. Il post-gara regala a me e Matteo, i keniani del luppolo, parecchie soddisfazioni nei locali della zona e un pomeriggio di meritatissimo relax. Tanto vi dovevo. Baci, Davide.

martedì 4 novembre 2014

La settimana di preparazione alla Trentino Garda Half Marathon

L'anno scorso un brutto infortunio alla caviglia non mi ha permesso di partecipare a questa grande classica del circuito delle mezze maratone del nord Italia. E mi era dispiaciuto parecchio! Bel percorso, ottima organizzazione, incantevole location e buona presenza di locali per ospitare me e la mia sete del postgara. Naturalmente quelli del divertimento e della abbondante degustazione saranno gli obiettivi principali della gita al lago, senza però dimenticarsi di fornire una gran prestazione cronometrica sui 21 km previsti. Il mio compagno di viaggio sarà l'ottimo Matteo, anche lui grande degustatore, con il quale cercheremo di andare ad aggredire e sfondare il muro dei 100 minuti (o dell'ora e quaranta minuti). A fronte dell'allenamento sui 15 km fatto l'altro ieri credo che questo resterà un bel sogno perchè abbiamo vissuto entrambi delle gran sofferenze. Non ci abbattiamo comunque! L'idea è quella di partire seguendo i pacers dell'ora e 39 e cercare di attaccarsi ai loro polpacci e non mollarli mai fino a che morte non ci separi. Cosa sono i Pacers? Essi sono volontari che si offrono di accompagnare i runners nella corsa garantendo l'arrivo ad un tempo prestabilito. Come distinguerli? Hanno dei palloncini di diversi colori a seconda del tempo che andranno a conseguire. Sarà bello quindi vederci battagliare nell'intento di stare nella loro scia e cercare di non perdere un centimetro. Naturalmente non verrà a mancare un resoconto dettagliato della gara comprese sofferenze e soddisfazioni. Rimanete collegati. Tanto vi dovevo, baci. Davide