giovedì 20 febbraio 2014

Giulietta & Romeo HalfMarathon (ovvero la Mezza di Verona) - Il post.

E' sabato ed è la vigilia della mia prima mezza maratona. Mi reco al palazzetto dello sport per ritirare pettorale e pacco gara. La prima sensazione è che l'organizzazione sia già da subito perfetta, visto il gran numero di addetti e l'attenzione ai particolari. Stand di tutti i tipi, scarpe, magliette, pantaloncini, massaggiatrici, squadre di triathlon e tanta tanta gente. Di questa gente ne conosco più di qualcuna e mi fermo per un sacco di volte a chiaccherare. Fra queste ho incontrato la mia futura manager sportiva, Anna, che già gestisce qualche bel animalone sportivo ed è desiderosa di avermi nel suo parco atleti (devo cambiare frase, sembra il racconto di un film porno). Mi immagino quando dedicherò anche a lei l'oscar dello sport che vincerò fra qualche tempo. Ci sarà Cameron Diaz che aprirà la busta è dirà: ".... and the winner is..... Tosi Davide". Ed io dirò ".... I want to thank my manager Anna...". Comunque, tutto sto chiaccherare mi ha fatto perdere parecchio tempo e a casa sono già pronti gli gnocchi. Che atleta! Il giorno dopo mi sveglio ma non è così presto come per tutte le altre gare fatte finora, stavolta si gioca in casa. 4 fette biscottate e un the. Via si parte! Nella zona della partenza c'è già tantissima gente e un gruppo di brasiliani che suonano le percussioni, festa totale. Non fa nemmeno tanto freddo e basta fare qualche corsetta di riscaldamento per stare discretamente. Nello schieramento mi trovo a fianco del mio amico Marco che come al solito farà la sua porca figura a livello di cronometraggio finale.
Scambiamo qualche discorso, ci facciamo in bocca al lupo e alle 10 in punto parte la manifestazione. All'inizio c'è tanta calca si fa fatica ad evitare le gambe degli altri corridori e l'attenzione è a mille. Mi passa allegramente il mio amico d'infanzia Gianluca, sempre presente a questi appuntamenti, anche lui fortissimo. Il primo chilometro si sviluppa nella zona dello stadio che è stato il mio quartiere per più di trent'anni e ogni angolo di strada mi porta alla mente più e più ricordi. Il mio gps perde immediatamente il segnale e non so già da subito a quanto sto andando quindi decido che oggi si corre a sensazioni (scusa bella e buona). Secondo chilometro e ci dirigiamo verso la circonvallazione che porta con sè una leggera salita, abbastanza pendente da svegliare definitivamente la circolazione nelle gambe. Terzo chilometro e qui mi si affianca Mirco un mio collega di triathlon che sta andando come un missile ma che si ferma carinamente a scambiare qualche chiacchera con me. Ci stiamo dirigendo verso Castelvecchio e gli scenari incominciano ad essere imperdibili anche se conosciuti a memoria. Quarto chilometro e navighiamo verso il quartiere di San Zeno. Le gambe per ora mi dicono che stanno bene e si procede a discreta andatura (per le mie medie). Quinto chilometro e primo rifornimento, cerco i gel energetici che ho scioccamente dimenticato a casa, ma non li trovo! Decido di buttare giù solo un bicchiere d'acqua e un goccio di the, peccato che quasi tutto finisca sulla maglietta perchè non sono in grado di bere in movimento! Che poveretto! Sesto chilometro e vengo raggiunto da due ragazzi che mi riconoscono perchè antagonisti di mille battaglie calcistiche. Chiaccheriamo e chiaccheriamo.... per tanto... forse troppo, ma saltano fuori degli aneddoti carini e mi spiacerebbe perdermeli. Arriviamo al chilometro 7, quello clou perchè ci dovrebbe essere la mia famiglia ad aspettarmi sulla strada. Infatti puntualmente li riconosco da lontano (ho un fratello molto alto) e mi fermo per un un saluto e qualche "cinque" a mio nipote, mia cognata e mia mamma. Che emozione! L'ottavo chilometro è quello che ci riporta in zona stadio, dove decido, visto il preoccupante calo di attenzione, di seguire una ragazza bionda che sta tenendo un buon passo, e così farò per tre chilometri. Thank you ragazza bionda! Il Nono, il Decimo e l'Undicesimo chilometro sono quelli che mi fanno capire che oggi avremo la possibilità di anticipare le funzioni per la via crucis previste per il venerdi santo. Mi sento stanchissimo! Sarà per caso dovuto al fatto che ultimamente mi sono allenato con una discontinuità assoluta? No problem, riprendo la mia croce sulle spalle e continuo a correre con la mia corone di spine in testa. Con il dodicesimo chilometro si arriva al passaggio di metà corsa e il definitivo avvicinamento verso il percorso del centro cittadino ed io abbandono tristemente la compagnia della bella bionda, troppo veloce per me! Al tredicesimo chilometro ripassiamo sulla salitella della circonvallazione già citata e, mentre prima aveva avuto una funzione di risveglio dal torpore, adesso diventa la morte delle ultime energie residue. Al quattordicesimo chilometro tornando davanti a castelvecchio sento da lontano la musica dei brasiliani che mi mette di buon umore infatti corro battendo le mani e mi diverto parecchio. Ma chi vedo spuntare di fianco ad uno dei percussionisti? Mia mamma! Si sbraccia per salutarmi e , vedendomi battere le mani correndo credo abbia pesanto quanto avrebbe gradito un figlio meno eccentrico. Quindicesimo chilometro: Primo ponte! Ponte Risorgimento, direzione arsenale. Qui corro per un tratto con un ragazzo e una ragazza. Lui dice a lei: "dai mancano solo 6 chilometri, come due ripetute sui 3000 metri, una sciocchezza" Lei risponde: "si si non ci vuole niente per finire". Danno l'impressione di essere molto in forma e rilassati tanto che li importuno e dico:" se gradite ho anche una sigaretta in tasca se volete arrivare fumando". Ridiamo. Sedicesimo chilometro: "IL DRAMMA". No, questa volta io non c'entro niente, o meglio io presento parecchie difficoltà motorie ma il dramma è capitato ad altri. Stiamo percorrendo via Quattro Novembre una strada larga che ci porta in Piazza Vittorio Veneto. Qui vengo avvicinato da una ragazza e arriviamo insieme alla curva della piazza. All'improvviso si parano davanti a noi un gruppetto di 5/6 signore che tentano impudentemente di atttraversare la strada. L'ultima, vedendo le altre partire si getta anche lei in mezzo alla strada ma è troppo tardi. La ragazza di fianco a me non può più evitarla e la tocca leggermente ad una spalla. La signora già non molto in equilibrio, cade di culo sull'asfalto. Il giornale L'Arena, il giornale di Verona, intitola il giorno dopo: "Investe anziana e fugge, ricercata maratoneta!". In questo articolo, che nemmeno di poco si avvicina alla realtà, viene richiesto di presentarsi dai vigili urbani se si è stati testimoni dell'incidente. Ho appuntamento giovedì sera da loro per riportare quello che ho visto. Non mi è permesso aggiungere altro sull'accaduto finchè le indagini sono al vaglio degli inquirenti.
Diciassettesimo chilometro e secondo ponte! Ponte della Vittoria. Diciottesimo chilometro direzione via Garibaldi. Oramai le forze sono ridotte al lumicino e l'unica cosa che mi permette di proseguire è pensare che mancano solo 4 chilometri prima dell'apoteosi. Diciannovesimo chilometro, terzo ponte! Ponte Nuovo, qui avviene il ricongiungimento con Mirco che pare essere ed è più fresco di me, quindi mi affianco per sfruttarne il più possibile l'energia. Ventesimo chilometro, sono cotto ma quel filo lucido per capire che oramai è fatta. Infatti inizio a dare cinque a chiunque ci sia ai lati della strada. Mi preparo per la fiesta! Ventunesimo e ultimo chilometro, quarto e ultimo ponte! Ponte Navi. Provo ad aumentare la velocità per entrare trionfale in piazza Brà, ma il risultato non è affatto dei migliori. Non mi rattristisco per questo motivo e continuo felice. Entro in piazza e le transenne sono piene di gente, che sensazione stupenda. Curva a destra e scendiamo verso l'entrata dell'Arena. Il passaggio nell'anfiteatro è un'esperienza mistica ed eccezionale pari alla prima volta che ho fatto all'amore o allo scudetto dell'Hellas Verona. Esco e svolto a sinistra, vedo ancora mia mamma sul pezzo che è riuscita in questo marasma a trovare un buco per salutarmi. Mi congedo da lei e passo sotto l'arrivo mimando un aeroplanino. FANTASTICOOOO! Il tempo di arrivo non è di quelli sperati, anche se si iniziano a vedere dei miglioramenti (un ora e 48 minuti), ma la felicità è di quelle inattese. C'è solo un problema, mi cala d'improvviso la pressione e mi si annebbia la vista. Sono in mezzo alla calca e ci vedo a malapena. Mi giro verso sinistra e capisco di essere passato a miglior vita quando in alto vedo Papà del gnoco (maschera caratteristica di Verona). Incredibile, pensavo che le chiavi del paradiso le gestisse San Pietro e invece c'è Papà del Gnoco! Beh speriamo che l'aldilà sia tutto un gran carnevale. Tanto vi dovevo, Davide.

sabato 8 febbraio 2014

La Maratona di Siracusa - Il post.

Sono le 7 in punto di domenica 26 Gennaio quando mi sveglio nel letto del Bed and Breakfast Il Carmine ad Augusta località in cui attualmente vive mia sorella con la sua famiglia. La tensione per l'evento si è fatta notevolmente sentire per tutta la notte infatti le ore dormite saranno state due o tre. Mi dirigo nella sala della colazione dove c'è ad attendermi Marco, il gestore della struttura, che mi fa trovare preparato un the caldo e decide che io sia un soggetto perfetto per il suo blog e mi scatta un paio di foto (allego post http://bbilcarmine.blogspot.it/http://bbilcarmine.blogspot.it/ ). Svolte le formalità con la stampa parto con la Panda a noleggio direzione Siracusa (30 km circa). Giornata......... S P E T T A C O L A R E ! Nessuna nuvola in cielo e temperatura gradevole già alle 8 di mattina. Una volta in città raggiungo il gruppo dei corridori miei colleghi di Unicredit per la consegna dei pettorali, delle maglie e per le foto di rito. La manifestazione prevede la partecipazione sia ad una corsa di 10 km, alla mezza maratona (21 km) e naturalmente alla maratona (42 km). Cerco nel gruppo di circa 25 persone qualcuno che mi faccia compagnia nella maratona ma scopro che tutti sono li per correre la mezza. Ho già vinto, devo solo arrivare e vincerò il trofeo aziendale (molto fantozziana questa situazione). Ultimi preparativi: vaselina sui capezzoli e nell'interno coscia, ingurgito un gel pregara e preparo gli altri gel per la gara. Mi dirigo verso la partenza che è collocata nel centro di Ortigia, una splendida isola collegata alla città, ricca di storia e di bellezze straordinarie (se non sei mai stato a Siracusa devi andarci). La partenza è prevista per le ore 9:00 ma inspiegabilmente la stessa subirà un ritardo di 20-25 minuti che mi fanno un filo innervosire visto che siamo all'ombra del duomo e sono con le mezze maniche, ho rischiato enormemente una dissenteria fulminante. Si parte! Nella testa continuo a ripetermi di andare piano e di non esagerare se voglio arrivare fino in fondo, anche se le sensazioni sembrano essere ottime devo continuare a mantenere il mio ritmo prestabilito: 5 minuti e 30 secondi a chilometro. Il mio Garmin (orologio) perde però fin da subito il segnale satellitare e diventa quasi impossibile gestire i tempi nei primi 8 chilometri. La corsa all'inizio è da pelle d'oca per merito di un tragitto ineguagliabile all'interno della città antica. Inizia anche a farsi sentire il caldo. Inizia già a farsi sentire anche il dolore al ginocchio che mi ha accompagnato per tutta la preparazione e speravo tanto che oggi non si sarebbe fatto vivo o per lo meno verso la fine della gara. Tengo duro! Verso il nono chilometro usciamo da Ortigia e ci dirigiamo verso la campagna ed io mi sparo il primo gel e così per ogni intervallo di 8 chilometri. Per i primi chilometri il paesaggio è stupendo e tutto procede per il meglio anche perchè sono accompagnato dai molti corridori della mezza maratona, ma dal bivio in cui li abbiamo lasciati (16° km) non ho praticamente più incrociato nessun corridore. Da qui in poi è andata in onda la "Marratona in solitaria di Davide Tosi". Riuscirà il nostro eroe a reggere la pressione per queste prossime ore in una terra sconosciuta e in completo isolamento? Andiamo a vedere! Ginocchio a parte le sensazioni sono buone e il ritmo che sto tenendo è quello voluto. Al ventiduesimo chilometro l'organizzazione gara ha previsto due giri su di un circuito sterrato in mezzo al nulla. I giorni prima della gara deve aver piovuto parecchio perchè ho corso in mezzo alla melma, parecchia melma. Tutto abbastanza bene ma ad un certo punto mi si para avanti un cane che inizia ad abbaiarmi contro ed in un secondo momento a rincorrimermi, che ansia! Giro l'angolo e l'animale mi abbandona ma davanti a me si para una mega pozzanghera che è impossibile evitare perchè occupa tutta la carreggiata. Mi fermo, penso, ma non vedo altre possibilità che passarci in mezzo visto che il buon Mosè ancora non mi ha dato la formula per aprire le acque. Beh non sarà così profonda pensavo dentro di me, forse riesco a non bagnarmi nemmeno le scarpe. Ci entro dentro e l'acqua mi arriva fino ad un centrimetro sotto il ginocchio, aiuto! Sempre più fantozziano! Adesso ho anche le scarpe piene di acqua per rendere le cose più semplici. Arrivo al giro di boa e mi rifocillo con arance, biscotti e acqua, parecchia acqua. D'altra parte la giornata in questo momento è diventata veramente calda, spezzagambe oserei dire. Altro giro quindi e ancora il cane di prima e stessa identica situazione imbarazzante di prima. E rieccoci al confronto con la pozzanghera. Decido di cambiare tragitto e passo a qualche metro più distante da dove sono passato prima. ERRORE! In quel punto trovo la fossa delle Marianne, mi storgo la caviglia, inciampo e i crampi mi prendono tutto il corpo. Sono nel dramma!. Giungo correndo lentamente fino al ristoro dei 30 chilometri per vedere che effetto che fa ma sono in grosse difficoltà. Da qui in poi il racconto non tratta più di un avvenimento sportivo ma di una lotta di un uomo contro la sopravvivenza; un uomo che ha deciso di arrivare fino in fondo alla corsa anche se dovrà metterci tutto il giorno per farlo. Peccato perchè fino al trentesimo chilometro mi trovavo in perfetto rispetto dei tempi previsti prima della partenza. E così da questo punto in poi, ad intervalli di corsa e camminata, ho svolto quello che mancava per giungere all'arrivo. Non c'è molto da raccontare visto che negli ultimi 12 km non ho incontrato anima viva rimanendo sempre con il dubbio che avessi potuto sbagliare strada. Finalmente vedo la città e sento la musica dell'arrivo. Provo anche a raschiare il barile delle energie per arrivare sotto il cartello di arrivo in leggero allungo ma oramai i crampi sono arrivati anche dietro l'orecchio. Sono fuso! All'arrivo non c'è nessuno, solo una signora, che nonostante la mia incapacità di vedere riconosco essere mia madre. Ci abbracciamo e ridiamo! Lei mi dice: "pensavo non arrivassi più ma ti avrei aspettato fino a questa sera, ad un certo punto ho iniziato a guardare dentro alle ambulanze se riuscivo a vederti". Ci ridiamo su, oramai è fatta! Il tempo di arrivo è di 4 ore e mezza! Dal punto di vista sportivo si tratta di un tempo drammatico ma solo io so che cosa sono riuscito ad affrontare e a superare per rendere anche questo tempo un buon tempo. Il post gara mi ha visto invece protagonista assoluto nelle panetterie, nelle pasticcerie e nei ristoranti siciliani che rimangono sempre i migliori di tutti. Comunque il giorno 26 Gennaio alla Maratona di Siracusa ho vinto anch'io! Tanto vi dovevo, Davide

domenica 5 gennaio 2014

Siiii puòòòòòò fareeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!

Questa mattina la sveglia del telefonino era puntata alle 06:30. La tensione e la paura per quello che mi aspettava mi era cresciuta dentro in maniera spropositata durante tutto il week end. Il rumore sul velux mi rivelava il fatto che la pioggia non aveva smesso un minuto per tutta la notte e l'intenzione non era affatto quella di smettere. La cosa più assurda è stata che ho tergiversato talmente tanto che ho rimandato la sveglia ogni 5 minuti per un'ora intera. Non avevo nessuna intenzione di affrontare i 35 chilometri misto nuoto/corsa e infatti ho preparato la colazione alla velocità di una tartaruga lentissima. Insomma, nonostante l'apatia, alle 8:30 ero in pista e il diluvio universale era in atto. Questa volta l'organizzazione è stata impeccabile: acqua, sali minerali e gel. Nonostante la poca voglia e il clima avverso posso dirvi che "siiii puòòòòò fareeeeeeeeee!!!!! E' possibile che dopo questi 35 km fatti in questo modo io riesca a finire una maratona. In verità gli ultimi due chilometri sono stati un supplizio ma sono stato in grado di mantenere un ritmo costante. La cosa che ho capito da questa esperienza è che devo ingerire gel energetici ogni 7/8 chilometri e bere costantemente per evitare che mi assalgano crisi. Tanto vi dovevo, Davide.

sabato 4 gennaio 2014

Il post dai tanti titoli.

Il silenzio di questi ultimi tempi mi ha permesso di raccogliere del materiale da proporvi e i titoli che si potrebbero dare a questo post potrebbero essere parecchi. Un mese fa ho affrontato la mezza maratona piazzando un tempo più che discreto con la sensazione di poter fare anche qualcosina di più. La Domenica successiva il programma proponeva una corsa di 32 km. Il percorso scelto è stato quello vicino casa da San Michele a Montorio, da percorrere tre volte. Avrei dovuto saper leggere sapientemente i segnali che il fato mi ha mostrato, per capire che sarebbe stata una domenica bestiale. Allenamento scarso in settimana, torcicollo tremendo, freddo glaciale e anche la sauna fatta il giorno prima, per curare il torcicollo, credo non sia stata una gran mossa. I primi chilometri fatti sono serviti al mio corpo per riscaldarsi e poi l'errore che ho fatto è stato quello di tenere un ritmo altissimo. Intorno al 15° km sono passato da una zona molto ghiacciata dove, nonostante i chilometri percorsi,mi sono letteralmente ghiacciato. Giunto poi in piazza a Montorio mi sono fiondato verso la fontanella per dissetarmi, ero disidratato. Noooooooooooo! Acqua ghiacciata! Questa cosa mi ha piegato mentalmente ma non è stato niente rispetto al dolore fortissimo che mi ha preso al ginocchio intorno al 26° km. Dolore lancinante! Ho stretto i denti pensando potesse passare ma era veramente un male temendo. Obiettivo quindi non raggiunto e parecchia preoccupazione per la salute in generale. Infatti durante la settimana successiva non ho mai indossato le scarpe da corsa per evitare di infiammare ancor di più l'arto. Nella festività seguente invece sono riuscito a sfondare il muro dei 30 km sfruttando una gara non competitiva dell' Unione Marciatori Veronesi in località Chievo. Domenica scorsa altra corsa sopra i 30 km e sempre nel mio amato tragitto San Michele - Montorio. La temperatura più che discreta, ma quelle fontanelle che ritenevo essere bloccate dal freddo sono proprio chiuse. Disastro! E domani? Domani si tocca l'apice della preparazione con i 35 km previsti. Qui a Verona sta diluviando e domani pare non cambiare niente. Vabbè l'impresa sarà ancora più epica. Tanto vi dovevo, Davide.

domenica 1 dicembre 2013

Oggi non mi ferma nessuno!

La gara non competitiva dell'Unione Marciatori Veronesi oggi dava appuntamento nella goduriosa località di Grezzano di Mozzecane (o di Canne mozze come diceva il mio ex presidente dell'Ambrosiana). Sveglia alle 6:45 (del mattino naturalmente). Sceso in cucina mi spremo 4 arance, per spararmi subito in vena la vitamina C. Adoro la spremuta al mattino. Nel pulire lo spremiagrumi combino un disastro, rovescio un quantitativo enorme di acqua sul parquet (ore 6:52). Ma perchè devo iniziare la domenica così, perchè? E nel frattempo le campane della chiesa di San Michele suonano per permettermi di espiare i miei peccati (ore 7:00). Non vorrete mica che, a fronte del fatto che mi trovo ginocchioni ad asciugare acqua alle 7 del mattino della domenica, abbia solo pronunciato "acciderbolina o caspiterina" vero? Ma questa mattina non mi ferma nessuno, mi preparo e mi dirigo a testa bassa verso i 25 km previsti per oggi. Giunto a Grezzano, scendo dalla macchina e mi ghiaccio seduta stante. Una cosa oscena il freddo di questa mattina, ho solo voglia di raggomitolarmi su me stesso per trovare sollievo. Ghiaccio per terra, si scivola. Ma questa mattina niente e nessuno mi può fermare. Si parte. Mi manca qualcosa! I guanti! E le campane suonano (ore 8:00). Due chilometri di sofferenza atroce. Poi, come all'improvviso, mi scaldo. Si sta benissimo, il sole sorge dai campi e io vado che è una meraviglia, piano ma bene. Vado piano perchè voglio evitare crisi nei chilometri finali e cercare un possibile e probabilmente impossibile allungo nella seconda parte. La prima parte trascorre facilmente e giungo in buone condizioni al giro di boa. Adesso si fa dura, si perchè oltre alla inevitabile fatica che mi aggredirà, adesso sono rimasto da solo sul percorso perchè nessuno dei partecipanti compie due giri del percorso e tutti gli altri sono partiti da un'ora e più. Ma fa lo stesso, oggi mi sento bene e oramai sono nel circuito quindi non posso girarmi e tornare indietro, sai che umiliazione?!?! Tento di allungare il passo e ci riesco bene. Il cronometro segna tempi anche sotto i 5 minuti a km, che per me, ad oggi, sono temponi. Al 22° chilometro il fiato è ok, le gambe quasi ok.... ma la mia pancia no. Vi anticipo dicendovi che non è diarrea, perchè so che avete pensato tutti a quello. No! Ho famissima! E' come se lo stomaco mi gridasse in malo modo da sotto: "ascolta bello, fermati e mangia tutto quello trovi: radici, scarafaggi, ratti muschiati ..... ma mangia!" Cavolo, mancano solo tre chilometri, di solito li faccio di riscaldamento, cosa vuoi che sia? Infatti stringo i denti e giungo all'arrivo. All'arrivo ci sono sempre the e biscotti per tutti e io mi ci fiondo..... NO! Di fianco al banchetto del ristoro c'è un altro banchetto supplettivo e guardando bene mi sembra di intravedere.... si mi pare proprio.... non può essere possibile dai?.... sono le 10 del mattino.... mi avvicino ancor di più, una signora mi sorride e mi dice: caro ragasso, te stavo spetando (caro ragazzo ti stavo aspettando (il blog è letto in tutto il mondo devo porre la traduzione)), eco questo l'è tuo (ecco questo è tuo). La signora, detta anche la Madonna di Grezzano, mi porge un piatto con Pearà e Cotechino. YAHOOOOOOO! Tanto vi dovevo, Davide.

mercoledì 27 novembre 2013

"Il runner nelle sabbie mobili"

La settimana scorsa è servita a testare per bene la tenuta della caviglia infortunata e direi che posso affermare che pare essere superato il problema. L'altra cosa da testare era la forma fisico/atletica che è invece risultata quasi imbarazzante ma che può essere capibile dopo 3 settimane di inattività. Durante la settimana ho inserito qualche corsetta interessante ma il clou l'ho raggiunto la domenica, giorno in cui la tabella contemplava crudelmente 22 km. L'organizzazione Unione Marciatori Veronesi aveva organizzato la gara non competitiva in località Villa fontana, ridente piccolissima località nella bassa veronese. Era facile immaginare che il percorso fosse per lo più nello sterrato nei campi della zona e bisognava fare i conti con il fango lasciato dal maltempo del giorno precedente. I primi chilometri si corrono però sull'asfalto ed io, ingenuamente, mi sento bene e ho voglia di spingere ed infatti i tempi sono confortanti. Poi però la stanchezza si presenta bussando inesorabilmente alla mia porta di casa e, drammaticamente, il percorso si è spostato su stradine poco battute e inzuppate. Dal 15° chilometro circa inizia un film drammatico dal titolo "Il runner nelle sabbie mobili". Nessuna forza per continuare, fango ovunque, nessun punto ristoro all'orizzonte e sconforto, tanto sconforto, sconfortissimo. Il corpo mi sta comunicando di dover smettere di correre e di raggiungere il traguardo passeggiando, alla stessa andatura che terrebbe una qualsiasi coppia di innamorati in processione per lo shopping in via Mazzini in centro a Verona. Ma è qui che sfoggio carattere, determinazione, attaccamento alla maglia e un pizzico di follia tentando (addirittura) di aumentare l'andatura contrastando il deficit di energie. Non serve a nulla, il crollo è verticale, a filo di piombo. Il passo diventa quindi impresentabile ma riesco a giungere alla fine dei 22 correndo e questo mi riempie di energie positive. Il lunedi invece ho ripreso a giocare a calciotto e la sfida era di quelle importanti, seconda in classifica (noi) contro terza. Pare si sia trovata una quadratura del cerchio e la squadra sta dimostrando di poterci stare sfoderando una prestazione notevole. Vittoria 2 a 1 in rimonta e secondo posto, per ora, blindatissimo. Terzo tempo a Isola della Scala alla fiera o sagra della pearà. " ...la pearà l'è la tradission de la me cità...". Tanto vi dovevo, Davide.

lunedì 18 novembre 2013

La ripresa delle ostilità.

Sono trascorse 3 settimane dall’infortunio grave alla caviglia. 21 giorni di turbamenti psicologico/sportivi che andavano dal pensiero di abbandonare il progetto maratona all’idea di aumentare il carico degli allenamenti inserendo anche le altre discipline triatletiche. Lo stare fermi porta a questi sbalzi umorali, tipici di chi vorrebbe poter uscire dalla porta e correre ed invece si ritrova sul divano a guardare un telefilm americano con pizza fumante e birra ghiacciata. La decisione comunque è stata presa e prevede un programma di avvicinamento alla maratona ancora più serrato con allenamento praticamente tutti i giorni e con una spruzzata di allenamenti di nuoto e bici (probabilmente cyclette, spero spinning) per rendere il piatto sfizioso e proibitivo, degno di un vero combattente. Si inizia questa sera con una prima corsa di test di circa 8 km per vedere le reazioni del corpo in generale e della caviglia in particolare. Il lunedì solo questa attività visto che poi c’è da andare a giocare a calciotto ( o Calciozzo per gli amici). Breve aggiornamento, siamo secondi in classifica, grazie soprattutto ad un gruppo che si sta consolidando! Tornando a bomba, gli altri giorni della settimana farò sempre una seduta di nuoto o di bici, prima della corsa, tanto per farmi trovare a fine inverno abbastanza in forma per la preparazione in vista delle gare estive. Nel frattempo il clima peggiora, il freddo ha messo fuori la testa è ci ha ricordato che anche quest’anno lui ci sarà a rendere le nostre uscite atletiche molto impegnative e la lotta contro il Dio dell’ozio e dell’agio sarà ancora più dura. Poi sta per avere inizio il valzer delle cene di Natale. Alcuni anni si rischia di essere invitati da chiunque, la cena di Natale dell’ufficio, la cena di Natale dell’ex ufficio, la cena di Natale della squadra, la cena di Natale della ex squadra, la cena di Natale degli amici stretti, la cena di Natale della classe del ’77, la cena di natale di quelli coi capelli ricci e così via, calcolando poi che ogni cena è caratterizzata dall’assunzione di circa 4/5000 calorie l’una riusciamo facilmente a capire che non sia un periodo da considerarsi propriamente da atleti. Supereremo anche questa. Tanto vi dovevo, Davide.