giovedì 20 febbraio 2014

Giulietta & Romeo HalfMarathon (ovvero la Mezza di Verona) - Il post.

E' sabato ed è la vigilia della mia prima mezza maratona. Mi reco al palazzetto dello sport per ritirare pettorale e pacco gara. La prima sensazione è che l'organizzazione sia già da subito perfetta, visto il gran numero di addetti e l'attenzione ai particolari. Stand di tutti i tipi, scarpe, magliette, pantaloncini, massaggiatrici, squadre di triathlon e tanta tanta gente. Di questa gente ne conosco più di qualcuna e mi fermo per un sacco di volte a chiaccherare. Fra queste ho incontrato la mia futura manager sportiva, Anna, che già gestisce qualche bel animalone sportivo ed è desiderosa di avermi nel suo parco atleti (devo cambiare frase, sembra il racconto di un film porno). Mi immagino quando dedicherò anche a lei l'oscar dello sport che vincerò fra qualche tempo. Ci sarà Cameron Diaz che aprirà la busta è dirà: ".... and the winner is..... Tosi Davide". Ed io dirò ".... I want to thank my manager Anna...". Comunque, tutto sto chiaccherare mi ha fatto perdere parecchio tempo e a casa sono già pronti gli gnocchi. Che atleta! Il giorno dopo mi sveglio ma non è così presto come per tutte le altre gare fatte finora, stavolta si gioca in casa. 4 fette biscottate e un the. Via si parte! Nella zona della partenza c'è già tantissima gente e un gruppo di brasiliani che suonano le percussioni, festa totale. Non fa nemmeno tanto freddo e basta fare qualche corsetta di riscaldamento per stare discretamente. Nello schieramento mi trovo a fianco del mio amico Marco che come al solito farà la sua porca figura a livello di cronometraggio finale.
Scambiamo qualche discorso, ci facciamo in bocca al lupo e alle 10 in punto parte la manifestazione. All'inizio c'è tanta calca si fa fatica ad evitare le gambe degli altri corridori e l'attenzione è a mille. Mi passa allegramente il mio amico d'infanzia Gianluca, sempre presente a questi appuntamenti, anche lui fortissimo. Il primo chilometro si sviluppa nella zona dello stadio che è stato il mio quartiere per più di trent'anni e ogni angolo di strada mi porta alla mente più e più ricordi. Il mio gps perde immediatamente il segnale e non so già da subito a quanto sto andando quindi decido che oggi si corre a sensazioni (scusa bella e buona). Secondo chilometro e ci dirigiamo verso la circonvallazione che porta con sè una leggera salita, abbastanza pendente da svegliare definitivamente la circolazione nelle gambe. Terzo chilometro e qui mi si affianca Mirco un mio collega di triathlon che sta andando come un missile ma che si ferma carinamente a scambiare qualche chiacchera con me. Ci stiamo dirigendo verso Castelvecchio e gli scenari incominciano ad essere imperdibili anche se conosciuti a memoria. Quarto chilometro e navighiamo verso il quartiere di San Zeno. Le gambe per ora mi dicono che stanno bene e si procede a discreta andatura (per le mie medie). Quinto chilometro e primo rifornimento, cerco i gel energetici che ho scioccamente dimenticato a casa, ma non li trovo! Decido di buttare giù solo un bicchiere d'acqua e un goccio di the, peccato che quasi tutto finisca sulla maglietta perchè non sono in grado di bere in movimento! Che poveretto! Sesto chilometro e vengo raggiunto da due ragazzi che mi riconoscono perchè antagonisti di mille battaglie calcistiche. Chiaccheriamo e chiaccheriamo.... per tanto... forse troppo, ma saltano fuori degli aneddoti carini e mi spiacerebbe perdermeli. Arriviamo al chilometro 7, quello clou perchè ci dovrebbe essere la mia famiglia ad aspettarmi sulla strada. Infatti puntualmente li riconosco da lontano (ho un fratello molto alto) e mi fermo per un un saluto e qualche "cinque" a mio nipote, mia cognata e mia mamma. Che emozione! L'ottavo chilometro è quello che ci riporta in zona stadio, dove decido, visto il preoccupante calo di attenzione, di seguire una ragazza bionda che sta tenendo un buon passo, e così farò per tre chilometri. Thank you ragazza bionda! Il Nono, il Decimo e l'Undicesimo chilometro sono quelli che mi fanno capire che oggi avremo la possibilità di anticipare le funzioni per la via crucis previste per il venerdi santo. Mi sento stanchissimo! Sarà per caso dovuto al fatto che ultimamente mi sono allenato con una discontinuità assoluta? No problem, riprendo la mia croce sulle spalle e continuo a correre con la mia corone di spine in testa. Con il dodicesimo chilometro si arriva al passaggio di metà corsa e il definitivo avvicinamento verso il percorso del centro cittadino ed io abbandono tristemente la compagnia della bella bionda, troppo veloce per me! Al tredicesimo chilometro ripassiamo sulla salitella della circonvallazione già citata e, mentre prima aveva avuto una funzione di risveglio dal torpore, adesso diventa la morte delle ultime energie residue. Al quattordicesimo chilometro tornando davanti a castelvecchio sento da lontano la musica dei brasiliani che mi mette di buon umore infatti corro battendo le mani e mi diverto parecchio. Ma chi vedo spuntare di fianco ad uno dei percussionisti? Mia mamma! Si sbraccia per salutarmi e , vedendomi battere le mani correndo credo abbia pesanto quanto avrebbe gradito un figlio meno eccentrico. Quindicesimo chilometro: Primo ponte! Ponte Risorgimento, direzione arsenale. Qui corro per un tratto con un ragazzo e una ragazza. Lui dice a lei: "dai mancano solo 6 chilometri, come due ripetute sui 3000 metri, una sciocchezza" Lei risponde: "si si non ci vuole niente per finire". Danno l'impressione di essere molto in forma e rilassati tanto che li importuno e dico:" se gradite ho anche una sigaretta in tasca se volete arrivare fumando". Ridiamo. Sedicesimo chilometro: "IL DRAMMA". No, questa volta io non c'entro niente, o meglio io presento parecchie difficoltà motorie ma il dramma è capitato ad altri. Stiamo percorrendo via Quattro Novembre una strada larga che ci porta in Piazza Vittorio Veneto. Qui vengo avvicinato da una ragazza e arriviamo insieme alla curva della piazza. All'improvviso si parano davanti a noi un gruppetto di 5/6 signore che tentano impudentemente di atttraversare la strada. L'ultima, vedendo le altre partire si getta anche lei in mezzo alla strada ma è troppo tardi. La ragazza di fianco a me non può più evitarla e la tocca leggermente ad una spalla. La signora già non molto in equilibrio, cade di culo sull'asfalto. Il giornale L'Arena, il giornale di Verona, intitola il giorno dopo: "Investe anziana e fugge, ricercata maratoneta!". In questo articolo, che nemmeno di poco si avvicina alla realtà, viene richiesto di presentarsi dai vigili urbani se si è stati testimoni dell'incidente. Ho appuntamento giovedì sera da loro per riportare quello che ho visto. Non mi è permesso aggiungere altro sull'accaduto finchè le indagini sono al vaglio degli inquirenti.
Diciassettesimo chilometro e secondo ponte! Ponte della Vittoria. Diciottesimo chilometro direzione via Garibaldi. Oramai le forze sono ridotte al lumicino e l'unica cosa che mi permette di proseguire è pensare che mancano solo 4 chilometri prima dell'apoteosi. Diciannovesimo chilometro, terzo ponte! Ponte Nuovo, qui avviene il ricongiungimento con Mirco che pare essere ed è più fresco di me, quindi mi affianco per sfruttarne il più possibile l'energia. Ventesimo chilometro, sono cotto ma quel filo lucido per capire che oramai è fatta. Infatti inizio a dare cinque a chiunque ci sia ai lati della strada. Mi preparo per la fiesta! Ventunesimo e ultimo chilometro, quarto e ultimo ponte! Ponte Navi. Provo ad aumentare la velocità per entrare trionfale in piazza Brà, ma il risultato non è affatto dei migliori. Non mi rattristisco per questo motivo e continuo felice. Entro in piazza e le transenne sono piene di gente, che sensazione stupenda. Curva a destra e scendiamo verso l'entrata dell'Arena. Il passaggio nell'anfiteatro è un'esperienza mistica ed eccezionale pari alla prima volta che ho fatto all'amore o allo scudetto dell'Hellas Verona. Esco e svolto a sinistra, vedo ancora mia mamma sul pezzo che è riuscita in questo marasma a trovare un buco per salutarmi. Mi congedo da lei e passo sotto l'arrivo mimando un aeroplanino. FANTASTICOOOO! Il tempo di arrivo non è di quelli sperati, anche se si iniziano a vedere dei miglioramenti (un ora e 48 minuti), ma la felicità è di quelle inattese. C'è solo un problema, mi cala d'improvviso la pressione e mi si annebbia la vista. Sono in mezzo alla calca e ci vedo a malapena. Mi giro verso sinistra e capisco di essere passato a miglior vita quando in alto vedo Papà del gnoco (maschera caratteristica di Verona). Incredibile, pensavo che le chiavi del paradiso le gestisse San Pietro e invece c'è Papà del Gnoco! Beh speriamo che l'aldilà sia tutto un gran carnevale. Tanto vi dovevo, Davide.

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