lunedì 10 novembre 2014

Trentino Garda Half Marathon (La mezza di Riva del Garda)

Sabato, il giorno prima della gara, mi sono riposato tutto il giorno crogiolandomi vergognosamente sul letto e il divano. SCANDALOSO! Ma non intendevo rischiare nulla, intendevo giungere riposatissimo al mattino dell'evento. E così è stato. Erano le sei del mattino quando John Mayer iniziava a suonare sul display del mio smartphone. A quest'ora della domenica si svegliano solo le anziane che vanno a prendere la messa delle 7, i genitori dei figli che hanno fatto seratona al sabato e i runners sclerati come me. Al risveglio, la schiena mi avverte di aver esagerato con la posizione orizzontale e la temperatura in casa mi sussurra che non deve essere un' alba così tanto fredda. Colazione extra-large e doccia calda mi permettono di incominciare a sentire le prime sensazioni corporee in maniera così spiccata che, una volta salito in auto, posiziono il volume dell'autoradio a livello "aperitivo del venerdì sera", quindi non elevatissimo ma già abbastanza pesantino. Il "Matteo Nazionale" è già sotto il portone di casa ad aspettarmi e, visto l'anticipo con cui si è presentato, penso che anche lui abbia avuto un discreto risveglio come ce l'ho avuto io. Gli occhi però sono particolarmente spiritati e il primo movimento che fa, una volta salito in auto, è quello di abbassare drasticamente il volume della trasmissione radiofonica. Facilmente mi sono sbagliato, non abbiamo avuto lo stesso identico risveglio. La giornata è uggiosa e a tratti troviamo anche la pioggia in autostrada ma convinco il sonnolente mio accompagnatore che a Riva del Garda troveremo un clima soleggiato. La zona di accoglienza dell'evento è situata all'interno della fiera e ci accingiamo al ritiro dei pettorali e a prepararci con calzoncini e maglietta. Usciamo per fare una corsetta e il sole ha già fatto capolino e si sta benissimo in canottiera. Durante il riscaldamento incrociamo qualche bel soggetto degno di nota e fra questi un germanico alto un metro e novantacinque che corre a più non posso. Rimaniamo impressionati dal fisico del biondo nordico e dalla sua potenza atletica. Impacchettati nella nostra griglia svolgiamo in ordine: - il rituale del ballo di gruppo - il saluto all'elicottero - il sorriso alla telecamera posta sul drone. Finalmente si parte. Siamo a circa 30 metri di distanza dai palloncini bordeaux dei pacers dell'ora e trentanove minuti, decisi più che mai a non abbandonarli per nessun motivo al mondo. Primi metri in vialone direzione centro di Riva che permettono una discreta corsa senza troppi intruppamenti pericolosi. E il ritmo è già altissimo. Il passaggio nel centro di Riva durante il secondo chilometro risulta talmente veloce che nemmeno mi accorgo di dove siamo. Al terzo chilometro passiamo sotto la galleria e tutti gli appassionati de "l'attimo fuggente" fanno risuonare il loro barbarico YAWP, anche qualche ululato. Ancora tanta confusione, tanta gente che ci supera al doppio della velocità e i nostri palloncini bordeaux in bella vista di fronte a noi. Io e Matteo ci accorgiamo che le medie sono molto più veloci di quelle che riteniamo essere in grado di fare e, al quarto chilometro, non si vede più un sorriso sui nostri visi sudati. Il ristoro del quinto chilometro risulta più dannoso che utile perché mi soffoco con l'acqua e riprenderò un respiro normale solo dopo due chilometri. Ma qui, io e l'ex assonnato, ci cambiamo di abito e mettiamo le vesti degli operatori ecologici. Iniziamo la nostra ormai nota e inesorabile rimonta sul gruppo e partiamo ad effettuare la raccolta differenziata dei vari "runners rifiuti" che troviamo ai bordi della strada. Siamo poco lontano da Arco e mi rendo conto di aver corso su di un lungo tratto in leggerissimo falsopiano in salita e nonostante ciò teniamo a vista i pacers e pensiamo che il ritorno lungo il fiume Sarca, ci vedrà avvantaggiati per la discesa. Ad Arco inizia anche a piovigginare ma è un fenomeno atmosferico che rinfresca e non danneggia la corsa. Altro ristoro impossibile del decimo chilometro e ingurgito il solito orrendo gel energetico. Esco da Arco e penso a tutte le Giovanna che abitano qui. Ci immettiamo nella pista ciclabile che fiancheggia l'immissario del Lago di Garda e circa al tredicesimo chilometro sapete chi troviamo? Il biondo germanico che cammina al lato della strada con le mani ai fianchi in attesa del passaggio del carro funebre. Mai occasione migliore di indicare il soggetto a Matteo e prendere l'occasione di incitarci a vicenda per continuare a macinare. E invece, nell'ordine, perdo prima la sensibilità totale della milza e poi, credo per osmosi, mi parte per la tangente anche il fegato. Prossima gara prenoto un'epidurale, toglietemi tutta la sensibilità! Nel frattempo, la pista ciclabile, non si rivela in falso piano come speravamo, siamo invece obbligati a effettuare quattro o cinque sali e scendi spacca-gambe. Il ritmo resta costante ma al diciassettesimo chilometro, Matteo decide di abbassare leggermente il passo e mi lascia andare da solo. Io non ho più la capacità mentale di decidere cosa sia giusto fare, se aspettarlo o andare, sono cotto, lessato, affumicato! Decido di continuare al ritmo e tenere a giusta distanza i palloncini. Giungiamo in questo modo alla spiaggia e iniziamo a sentire la musica dell'arrivo in lontananza. In questo momento mi sembra veramente di aver fatto un'epidurale visto che non sento più le gambe. Ultimo chilometro, SORPRESA, Matteo è riuscito a riprendermi e decide di scortarmi fino all'arrivo una volta capito che non ci sarei arrivato con le mie sole forze. Guardo il cronometro che indica 1:39:40. Capisco che non riuscirò a stare sotto l'ora e quaranta perché l'arrivo è ancora lontano..... e invece.... giro l'angolo e lo vedo lì a cento/centocinquanta metri. Grido: "CE LA FACCIAMO!". Ci piazzo uno scatto poderoso da brividi e spero di avercela fatta. Non la faccio lunga, tempo finale: 1:40:05. Cinque secondi del piffero! Nonostante ciò, sono molto contento del risultato finale avendo capito di poter abbassare ulteriormente l'asticella per le prossime gare. Il post-gara regala a me e Matteo, i keniani del luppolo, parecchie soddisfazioni nei locali della zona e un pomeriggio di meritatissimo relax. Tanto vi dovevo. Baci, Davide.

martedì 4 novembre 2014

La settimana di preparazione alla Trentino Garda Half Marathon

L'anno scorso un brutto infortunio alla caviglia non mi ha permesso di partecipare a questa grande classica del circuito delle mezze maratone del nord Italia. E mi era dispiaciuto parecchio! Bel percorso, ottima organizzazione, incantevole location e buona presenza di locali per ospitare me e la mia sete del postgara. Naturalmente quelli del divertimento e della abbondante degustazione saranno gli obiettivi principali della gita al lago, senza però dimenticarsi di fornire una gran prestazione cronometrica sui 21 km previsti. Il mio compagno di viaggio sarà l'ottimo Matteo, anche lui grande degustatore, con il quale cercheremo di andare ad aggredire e sfondare il muro dei 100 minuti (o dell'ora e quaranta minuti). A fronte dell'allenamento sui 15 km fatto l'altro ieri credo che questo resterà un bel sogno perchè abbiamo vissuto entrambi delle gran sofferenze. Non ci abbattiamo comunque! L'idea è quella di partire seguendo i pacers dell'ora e 39 e cercare di attaccarsi ai loro polpacci e non mollarli mai fino a che morte non ci separi. Cosa sono i Pacers? Essi sono volontari che si offrono di accompagnare i runners nella corsa garantendo l'arrivo ad un tempo prestabilito. Come distinguerli? Hanno dei palloncini di diversi colori a seconda del tempo che andranno a conseguire. Sarà bello quindi vederci battagliare nell'intento di stare nella loro scia e cercare di non perdere un centimetro. Naturalmente non verrà a mancare un resoconto dettagliato della gara comprese sofferenze e soddisfazioni. Rimanete collegati. Tanto vi dovevo, baci. Davide

lunedì 6 ottobre 2014

Cangrande Half Marathon (altra mezza di Verona)

Finalmente una gara! Avevo bisogno di respirare l'aria della competizione, del mal di pancia alla mattina per l'agitazione, della colazione del supercampione, delle spille da balia da infilzare nella maglietta per tenere il pettorale ma soprattutto, necessitavo di correre una gara organizzata per divertirmi un sacco. Come per la mezza maratona di febbraio di Verona anche questa manifestazione non presenta alcuna falla dal punto di vista organizzativo e la bellezza della città di Verona ha reso il tutto una giornata da far ingrassare gli occhi e l'animo. Il tutto ha inizio Venerdì sera quando mi sono recato al ritiro pettorale e la bionda e alta hostess, molto carinamente, mi ha interpellato per sapere quale misura di maglietta volessi. io ho risposto rapidamente che desideravo avere una "M" (le taglie sportive sono sempre larghe). Lei altrettanto velocemente mi risponde: "guarda io credo ti possa andare meglio una "L", ma per via delle spalle non per il resto". AHI AHI AHI ho capito devo dimagrire! Dimenticato l'accaduto mi ritrovo dopo pochi minuti con l'amico Matteo in strada per la rifinitura pre-gara. Tutto perfetto sento le gambe girare bene e mi sento alquanto fiducioso per domenica. Peccato che io e l'altro sciagurato decidiamo di andare a farci una birretta. Ma si è mai visto che di Venerdì sera ci facciamo solo una birretta?!?! Rovinata la rifinitura pre-gara, PAZIENZA. Veniamo a Domenica mattina. Mi alzo non senza fatica ed inizio lo scaramantico rituale della colazione. Oramai ho imparato ad ingerire 7.000 calorie prima della gara nemmeno fossi Phelps. Faccio tutto talmente in velocità che, visto l'anticipo, decido di recarmi alla partenza con la bici. Mi sento ecologicissimo e pedalo felice in direzione Piazza Brà. Mi incontro con Matteo e decidiamo di avvicinarci alla partenza ma dimentico una cosa fondamentale: FARE LA PIPI'! Me la dovrò tenere per tutti i 21 km del tragitto. Vescica testata, funziona! Valutiamo comunque di partire dal fondo del gruppo ed è una decisione del piffero perché restiamo intruppati per circa 2/3 chilometri, impegnati in sorpassi impossibili e scatti improvvisi. Ne veniamo fuori ma la media che avevamo prefissato per questa gara di allenamento è già sballata e ci ritroveremo a rincorrere le lancette fino alla fine. Primi passaggi in centro città in cui non si riesce ad assaporare il paesaggio per motivi appena citati. Quando ci liberiamo dalla folla siamo già sul lunghissimo tratto di lungadige che ci porterà fino alla frazione di Parona. Secondo me Parona è come Chievo non fa Comune è una sorta di quartiere del comune di Verona. Verificherò. Primi 5 chilometri, tutto sotto controllo, il ritmo si è fatto regolare e le gambe e la testa sembrano essere presenti questa mattina. Anzi si riesce a chiaccherare per benino e a far si che i chilometri passino velocemente. Nel frattempo io e Matteo abbiamo iniziato una rimonta INESORABILE. Non ci sorpassa più nessuno e sorpassiamo alla grande e questo fino alla fine della gara. ASSOLUTAMENTE INESORABILE. Verso l'ottavo chilometro decido di ingurgitare un gel energetico. Butto giù sta schifezza appiccicosa con una fatica incredibile e blocco per qualche secondo il respiro perché non riesco a buttare giù l'intruglio. Fortunatamente giungiamo al primo ristoro e via un bel bicchierone di acqua per liberare l'esofago. Io e Matteo nel frattempo diamo l'idea di essere due che corrono insieme da prima della cresima. Affiatatissimi, regolarissimi e anche coordinati come fossimo due veline sul palco di Striscia, come le Kessler (direbbe mia zia). Talmente carini da vedere che una tipa mi si affianca per salutarmi dichiarando di conoscermi. Classica situazione in cui lei dice di conoscerti e tu non sai chi sia. Sfoggio una faccia come il culo e pare che sappia tutto di lei e ne esco alla grande con i complimenti seguenti della mia compagna soubrette. Arriviamo a metà gara e siamo in fase di ritorno verso il centro città. Verso il tredicesimo chilometri qualche piccola fatica alle gambe si inizia a far sentire ma sto bene e desidero fortemente di chiudere bene la gara. Dal quindicesimo chilometro decidiamo di rompere gli indugi e forziamo l'andatura, forse è troppo presto ma oramai il danno è fatto. Iniziamo ad intravedere qualche runner cadavere sul ciglio della strada e adesso sorpassiamo persone a grappoli. Le endorfine le liberiamo in quantità industriale, il sudore ci pare profumare di fiori di campo e ariamo l'asfalto. Giungiamo a Castelvecchio e sappiamo che l'arrivo è vicino.... ma non ne ho più! Stiamo girando da qualche chilometro ben sotto il ritmo concordato all'inizio e adesso sento il fardello pesare sulla schiena. Tengo durissimo e cazzo non mollo un centimetro. Entriamo in corso Cavour e butto innanzi una gamba avanti l'altra solo grazie all'inerzia e alla forza di volontà. Giriamo a sinistra e siamo in via Roma. Iniziano le due ali di folla ma io non vedo nessuno, cerco solo Matteo con lo sguardo per assicurarmi di arrivare al traguardo insieme per le foto di rito. Anche lui tiene botta ed è al mio fianco. Altra curva a sinistra ed entriamo trionfali in piazza. Sorriso di rito per i flash e tanta felicità per l'obiettivo raggiunto. Il tempo è di un'ora e 46 minuti. Il garmin recita 21 km e 500 metri, 400 in più del previsto. Media di 4:59 minuti a chilometro. Bene, buon allenamento. Vediamo come andrà fra un mese a Riva del Garda. Adesso scusatemi ma devo andare a pensare chi è la ragazza che mi ha affiancato durante la gara. Tanto vi dovevo. Baci, Davide

domenica 7 settembre 2014

Una domenica mattina a Dossobuono.

Sveglia drammaticamente presto alle 6:45! Si, lo so , non me lo ha ordinato il dottore ma il sadomasochismo si presenta in alcune forme variegate e impensabili che a volte non sai come gestirlo. Unica cosa da fare in questi casi è prepararsi una colazione ricchissima e pensare solo a tante cose bellissime.
Una volta effettuato il carico di zuccheri mi cambio in rapidità per andare a prendere il compagno di avventure, Matteo. Quando lo vedo capisco di non essere l'unico ad aver avuto un risveglio pesante!!! Giungiamo a Dossobuono, dopo essermi rassicurato sullo stato di salute del collega e siamo carichi e pronti per affrontare i 18 km previsti. Troviamo anche Stefano, un mio collega, che si aggiunge a noi. Si parte! Nemmeno il tempo di capire dove ci troviamo che si passa subito davanti al primo ristoro. Ma si può mettere un ristoro dopo poco più di un km? Mah! Altro problema i partecipanti sono tantissimi e la corsa diventa uno slalom poco simpatico in mezzo ad un mare di persone. Difficilissimo in queste condizioni mantenere un passo costante e rilassare la mente. No problem! Fortunatamente il percorso è pianeggiante e si riesce a mantenere discreti tempi. Fra una chiacchera e l'altra arriviamo al bivio dove lasceremo Stefano che decide, visto il polpaccio così così, di abbandonarci per il tragitto più corto. Adesso la carreggiata è molto libera e si corre meglio anche se, oramai al decimo km, non si è ancora visto un ristoro. Detto Pensato, fatto! Eccolo il ristoro. Ingurgito zollette di zucchero, bicchieri di the, bicchieri di acqua e mi sento tornare a nuova vita. Dopo un chilometro ecco un altro ristoro, ma come???? Organizzazione da rivedere assolutamente! Non accade nulla di particolare fino alla fine, a parte che, arrivati al diciassettesimo chilometri (quindi penultimo), transitiamo davanti ad un altro ristoro. Pensiamo che sia uno scherzo e procediamo senza fermarci. Nell'ultimissimo tratto diamo un bello scossone al ritmo gara e giungo all'arrivo buono solo come concime per i fiori.... ma felice! Ristoro finale e ritiro pacco gara. Giunto a casa pieno di endorfine fino all'ultimo capello mi sorprendo nel vedere un allestimento molto particolare fatto di una gabbia di reti. Si gioca a Scianco!
Lo prendo come un messaggio che arriva dall'alto che mi dice di lasciare stare con il faticosissimo triathlon e darmi a sport più soft. Tanto vi dovevo. Baci, Davide

giovedì 4 settembre 2014

Si inizia a fare sul serio.

Il mese di Agosto è trascorso con alti e bassi emotivi ma con una determinata costanza dal punto di visto sportivo. L'andazzo è quello di quasi un allenamento al giorno, principalmente di nuoto e di corsa. La bici è un filo trascurata anche per colpa di un'estate mai pervenuta quest'anno. Tutti questi allenamenti li affronto in compagnia di un amico, Matteo, che mi ha dato la possibilità di dare una decisa sterzata nell'approccio alle fatiche. Prossimi obiettivi ufficiali: la Cangrande Half Marathon il 5 Ottobre, il 12 Ottobre il Triathlon sprint di Lerici e il 9 Novembre la Mezza maratona di Riva del Garda. Tanta voglia di faticare e di raccontare nuove avventure. Restate collegati! Tanto vi dovevo. Baci, Davide.

mercoledì 23 luglio 2014

A volte ritornano....

Sono tornato! Non avrete pensato che avrei potuto abbandonarvi così, senza qualche altra perla di rara bellezza. Devo ammettere che che ultimamente sono stato afflitto dalla sindrome dello scrittore e non sono più riuscito a postare alcunchè. Forse non c'era nemmeno molto da dire. Pazienza! A breve nuovi programmi di allenamenti e nuove gare da traguardare. Tanto vi dovevo. Baci, Davide.

giovedì 20 febbraio 2014

Giulietta & Romeo HalfMarathon (ovvero la Mezza di Verona) - Il post.

E' sabato ed è la vigilia della mia prima mezza maratona. Mi reco al palazzetto dello sport per ritirare pettorale e pacco gara. La prima sensazione è che l'organizzazione sia già da subito perfetta, visto il gran numero di addetti e l'attenzione ai particolari. Stand di tutti i tipi, scarpe, magliette, pantaloncini, massaggiatrici, squadre di triathlon e tanta tanta gente. Di questa gente ne conosco più di qualcuna e mi fermo per un sacco di volte a chiaccherare. Fra queste ho incontrato la mia futura manager sportiva, Anna, che già gestisce qualche bel animalone sportivo ed è desiderosa di avermi nel suo parco atleti (devo cambiare frase, sembra il racconto di un film porno). Mi immagino quando dedicherò anche a lei l'oscar dello sport che vincerò fra qualche tempo. Ci sarà Cameron Diaz che aprirà la busta è dirà: ".... and the winner is..... Tosi Davide". Ed io dirò ".... I want to thank my manager Anna...". Comunque, tutto sto chiaccherare mi ha fatto perdere parecchio tempo e a casa sono già pronti gli gnocchi. Che atleta! Il giorno dopo mi sveglio ma non è così presto come per tutte le altre gare fatte finora, stavolta si gioca in casa. 4 fette biscottate e un the. Via si parte! Nella zona della partenza c'è già tantissima gente e un gruppo di brasiliani che suonano le percussioni, festa totale. Non fa nemmeno tanto freddo e basta fare qualche corsetta di riscaldamento per stare discretamente. Nello schieramento mi trovo a fianco del mio amico Marco che come al solito farà la sua porca figura a livello di cronometraggio finale.
Scambiamo qualche discorso, ci facciamo in bocca al lupo e alle 10 in punto parte la manifestazione. All'inizio c'è tanta calca si fa fatica ad evitare le gambe degli altri corridori e l'attenzione è a mille. Mi passa allegramente il mio amico d'infanzia Gianluca, sempre presente a questi appuntamenti, anche lui fortissimo. Il primo chilometro si sviluppa nella zona dello stadio che è stato il mio quartiere per più di trent'anni e ogni angolo di strada mi porta alla mente più e più ricordi. Il mio gps perde immediatamente il segnale e non so già da subito a quanto sto andando quindi decido che oggi si corre a sensazioni (scusa bella e buona). Secondo chilometro e ci dirigiamo verso la circonvallazione che porta con sè una leggera salita, abbastanza pendente da svegliare definitivamente la circolazione nelle gambe. Terzo chilometro e qui mi si affianca Mirco un mio collega di triathlon che sta andando come un missile ma che si ferma carinamente a scambiare qualche chiacchera con me. Ci stiamo dirigendo verso Castelvecchio e gli scenari incominciano ad essere imperdibili anche se conosciuti a memoria. Quarto chilometro e navighiamo verso il quartiere di San Zeno. Le gambe per ora mi dicono che stanno bene e si procede a discreta andatura (per le mie medie). Quinto chilometro e primo rifornimento, cerco i gel energetici che ho scioccamente dimenticato a casa, ma non li trovo! Decido di buttare giù solo un bicchiere d'acqua e un goccio di the, peccato che quasi tutto finisca sulla maglietta perchè non sono in grado di bere in movimento! Che poveretto! Sesto chilometro e vengo raggiunto da due ragazzi che mi riconoscono perchè antagonisti di mille battaglie calcistiche. Chiaccheriamo e chiaccheriamo.... per tanto... forse troppo, ma saltano fuori degli aneddoti carini e mi spiacerebbe perdermeli. Arriviamo al chilometro 7, quello clou perchè ci dovrebbe essere la mia famiglia ad aspettarmi sulla strada. Infatti puntualmente li riconosco da lontano (ho un fratello molto alto) e mi fermo per un un saluto e qualche "cinque" a mio nipote, mia cognata e mia mamma. Che emozione! L'ottavo chilometro è quello che ci riporta in zona stadio, dove decido, visto il preoccupante calo di attenzione, di seguire una ragazza bionda che sta tenendo un buon passo, e così farò per tre chilometri. Thank you ragazza bionda! Il Nono, il Decimo e l'Undicesimo chilometro sono quelli che mi fanno capire che oggi avremo la possibilità di anticipare le funzioni per la via crucis previste per il venerdi santo. Mi sento stanchissimo! Sarà per caso dovuto al fatto che ultimamente mi sono allenato con una discontinuità assoluta? No problem, riprendo la mia croce sulle spalle e continuo a correre con la mia corone di spine in testa. Con il dodicesimo chilometro si arriva al passaggio di metà corsa e il definitivo avvicinamento verso il percorso del centro cittadino ed io abbandono tristemente la compagnia della bella bionda, troppo veloce per me! Al tredicesimo chilometro ripassiamo sulla salitella della circonvallazione già citata e, mentre prima aveva avuto una funzione di risveglio dal torpore, adesso diventa la morte delle ultime energie residue. Al quattordicesimo chilometro tornando davanti a castelvecchio sento da lontano la musica dei brasiliani che mi mette di buon umore infatti corro battendo le mani e mi diverto parecchio. Ma chi vedo spuntare di fianco ad uno dei percussionisti? Mia mamma! Si sbraccia per salutarmi e , vedendomi battere le mani correndo credo abbia pesanto quanto avrebbe gradito un figlio meno eccentrico. Quindicesimo chilometro: Primo ponte! Ponte Risorgimento, direzione arsenale. Qui corro per un tratto con un ragazzo e una ragazza. Lui dice a lei: "dai mancano solo 6 chilometri, come due ripetute sui 3000 metri, una sciocchezza" Lei risponde: "si si non ci vuole niente per finire". Danno l'impressione di essere molto in forma e rilassati tanto che li importuno e dico:" se gradite ho anche una sigaretta in tasca se volete arrivare fumando". Ridiamo. Sedicesimo chilometro: "IL DRAMMA". No, questa volta io non c'entro niente, o meglio io presento parecchie difficoltà motorie ma il dramma è capitato ad altri. Stiamo percorrendo via Quattro Novembre una strada larga che ci porta in Piazza Vittorio Veneto. Qui vengo avvicinato da una ragazza e arriviamo insieme alla curva della piazza. All'improvviso si parano davanti a noi un gruppetto di 5/6 signore che tentano impudentemente di atttraversare la strada. L'ultima, vedendo le altre partire si getta anche lei in mezzo alla strada ma è troppo tardi. La ragazza di fianco a me non può più evitarla e la tocca leggermente ad una spalla. La signora già non molto in equilibrio, cade di culo sull'asfalto. Il giornale L'Arena, il giornale di Verona, intitola il giorno dopo: "Investe anziana e fugge, ricercata maratoneta!". In questo articolo, che nemmeno di poco si avvicina alla realtà, viene richiesto di presentarsi dai vigili urbani se si è stati testimoni dell'incidente. Ho appuntamento giovedì sera da loro per riportare quello che ho visto. Non mi è permesso aggiungere altro sull'accaduto finchè le indagini sono al vaglio degli inquirenti.
Diciassettesimo chilometro e secondo ponte! Ponte della Vittoria. Diciottesimo chilometro direzione via Garibaldi. Oramai le forze sono ridotte al lumicino e l'unica cosa che mi permette di proseguire è pensare che mancano solo 4 chilometri prima dell'apoteosi. Diciannovesimo chilometro, terzo ponte! Ponte Nuovo, qui avviene il ricongiungimento con Mirco che pare essere ed è più fresco di me, quindi mi affianco per sfruttarne il più possibile l'energia. Ventesimo chilometro, sono cotto ma quel filo lucido per capire che oramai è fatta. Infatti inizio a dare cinque a chiunque ci sia ai lati della strada. Mi preparo per la fiesta! Ventunesimo e ultimo chilometro, quarto e ultimo ponte! Ponte Navi. Provo ad aumentare la velocità per entrare trionfale in piazza Brà, ma il risultato non è affatto dei migliori. Non mi rattristisco per questo motivo e continuo felice. Entro in piazza e le transenne sono piene di gente, che sensazione stupenda. Curva a destra e scendiamo verso l'entrata dell'Arena. Il passaggio nell'anfiteatro è un'esperienza mistica ed eccezionale pari alla prima volta che ho fatto all'amore o allo scudetto dell'Hellas Verona. Esco e svolto a sinistra, vedo ancora mia mamma sul pezzo che è riuscita in questo marasma a trovare un buco per salutarmi. Mi congedo da lei e passo sotto l'arrivo mimando un aeroplanino. FANTASTICOOOO! Il tempo di arrivo non è di quelli sperati, anche se si iniziano a vedere dei miglioramenti (un ora e 48 minuti), ma la felicità è di quelle inattese. C'è solo un problema, mi cala d'improvviso la pressione e mi si annebbia la vista. Sono in mezzo alla calca e ci vedo a malapena. Mi giro verso sinistra e capisco di essere passato a miglior vita quando in alto vedo Papà del gnoco (maschera caratteristica di Verona). Incredibile, pensavo che le chiavi del paradiso le gestisse San Pietro e invece c'è Papà del Gnoco! Beh speriamo che l'aldilà sia tutto un gran carnevale. Tanto vi dovevo, Davide.