giovedì 28 aprile 2016

Triathlon sprint di Fumane - I trofeo degli Arusnati

Fumane è una località in provincia di Verona, bel posto; mentre Arusnati, anche se sembra, non è un insulto , una parolaccia o un appellativo colorito tipo Polentoni o Terroni, ma è il nome di un antico popolo che visse nella zona della Valpolicella. Ed io qui ho deciso di esordire in questa stagione agonistica. Dal punto di visto metereologico mi aspettavo qualcosa di meglio. Dal primo di Aprile in poi abbiamo avuto solo giornate splendide, quasi estive, mentre per questo week end, del tutto improvvisamente, abbiamo trovato in dono un clima Arusnate. Vento, pioggia e freddo. Niente di proibitivo comunque. Proibitivo risulterà invece il parcheggio. Piazzale pieno ed io alla ricerca di un posto abbastanza comodo dove scaricare tutto il materiale, bici compresa. Piazzo l'auto ai lati della strada che scende dalla montagna, praticamente nel bosco. Avessi avuto una 500 mimetica non sarei mai riuscito a ritrovarla, tanto era inserita bene nel contesto. Sembrava l'auto di uno che va a funghi. Ma, faccio solo in tempo a scaricare la ruota della bici, che mi si affianca l'auto dei vigili del paese. "Non penserai mica di lasciarla lì la macchina", questo è l'esordio del simpatico figlio di Arusnate alla guida del mezzo. Con i miei occhi gonfi, e il mio fare lento e goffo, richiudo tutto e trovo parcheggio lontanissimo, senza imprecazioni come vi lascio facilmente immaginare. Preparo la zona cambio e inizio a smangiucchiare qualcosa visto che la mia batteria sarà l'ultima, dopo le 13. La prima frazione si svolge in piscina, 10 persone per 10 corsie alla volta. Nelle batterie precedenti noto colpi proibiti di qualsiasi tipo mentre i componenti del mio gruppo paiono tutti carinissimi e attenti al prossimo. Si decide che io partirò per secondo e sono abbastanza tranquillo dopo un intero inverno a spaccarmi le spalle negli allenamenti di pallanuoto. Infatti tutto bene, prendo la scia del capofila e reggo tranquillamente la sua andatura. Tutte sensazioni molto buone, tanto che mi balena per la testa il pensiero di aumentare il ritmo e passare avanti ma preferisco gestire le forze. Incredibile, mantengo la lucidità per contare tutte le 23 vasche (da 33 metri) ed esco dall'acqua. Qui mi perdo completamente. Mi addormento. Ci metto una vita per mettere calzini, casco e spolverino. Mi passano in tanti e mi automaledico. Nemmeno il tempo di rendermi conto di pedalare e parte la salita, bella dura anche. Mi serve qualche minuto per abbassare i battiti del cuore ma poi la pedalata non diventa malvagia. Mi manca tanto il pubblico ai lati della strada che non c'è. In compenso, salendo, la vista diventa man mano sempre più avvolgente, con la Valpolicella e Verona come soggetto del paesaggio. Intanto la scalata finisce e mi fiondo in discesa. Il caldo è fatto diversamente, tanto che la pioggerella in quota mi pare nevischio o forse è solo il mio desiderio di voler raccontare per forza un'impresa epica. Altra zona cambio e altra dormita colossale. Nei cambi sono lento come la preparazione della pearà della domenica mattina. Ci metti un lottatore di sumo in zona cambio al mio fianco e vedrai che ti sembrerà incredibilmente di vedere Usain Bolt. Però sto bene e voglio divertirmi. Prendo un buon ritmo e tengo nel mirino qualche bel personaggio che mi sta davanti. Come un avvoltoio attendo di saziarmi della loro carcassa e così sarà. Ultimo km e le energie sono lì a farmi compagnia. Allunghissimo finale e finalmente una gara di triathlon fatta in maniera decente. Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. Tanto vi dovevo, baci. Davide

mercoledì 20 aprile 2016

Fredericia... Che cxxxo è Fredericia?

Fredericia non è un'amica, non è nemmeno una marca di detersivi (smacchia la maglietta con Fredericia!) e nemmeno il nome di una cagnetta. Tutto nasce dalla ricerca di una gara con distanza mezzo IronMan per l'estate. L'anno scorso la scelta cadde su Pescara. Tutto bello, tranne la mancanza di acqua nell'ultimo ristoro in bici e un caldo disumano, da far fatica anche al bar davanti ad un cocktail fruttato con tanto di ombrellino. Fra le gare del marchio IronMan ho addocchiato Rapperswill, in Svizzera, ma arriverebbe troppo presto e mi sembra logico dover allungare l'agonia degli allenamenti. E allora ho cambiato sito e marchio, Challenge Family. Rimini si svolgerebbe ai primi di Maggio, quindi nein. Ci sarebbe una gara al 6 di Agosto in Danimarca con tanto di frazione nuoto nel Mar del Nord. Mai stato tra l'altro nel Paese della sirenetta! C'è da dire che ti aspetteresti di gareggiare a Copenaghen e invece no, troppo banale. F R E D E R I C I A. Vado a Fredericia! Una città che non è nemmeno citata nella guida lonely planet del proprio Paese di appartenenza. Però, a parte lo scetticismo iniziale, devo dire che la città sembra interessante e logisticamente perfetta; a pochi chilometri dall'aeroporto di Billund, località famosa per il parco di divertimenti LEGOLAND. Da questo posto mi aspetto principalmente una cosa, un clima adatto per lo svolgimento di una gara abbastanza lunga. Anche perchè, se così non fosse, ho forti dubbi che al Polo organizzino qualcosa del genere. Tanto vi dovevo. Baci, Davide.

mercoledì 6 aprile 2016

Dogi's half marathon (la mezza maratona di Dolo)

La mezza maratona di domenica scorsa è un'idea dell'ultimo minuto. Per mesi e mesi ho partecipato alle gare NON competitive di Verona e provincia, quelle dove l'obiettivo per tanti è fare quattro passi o portare il cane a fare una lunga pisciata. Difficile quindi trovare stimoli e cercare di andare un filo oltre. Nasce quindi così l'idea di partecipare ad una gara competitiva; tornare a rivivere certe emozioni: la tensione pre-gara, l'odore della sfida, il mal di pancia mattutino e le sue inenarrabili conseguenze. Iscrizione fatta all'ultimo momento e numero di pettorale talmente alto che pare un codice fiscale. Pazienza, niente a confronto dell'abbigliamento sfoggiato per l'occasione, ma andiamo passo per passo.  La giornata è più che primaverile e il viaggio verso la bassa veneziana risulterà rilassante. Il paese di DOLO non me l'aspettavo così interessante. Un campanile della chiesa con forti richiami alla Serenissima e una zona del centro che rassomiglia in qualche modo a Borghetto. Bello! Ci sarebbero anche dei baretti interessanti per ingurgitare una luculliana colazione continentale ma mi spetta solo una banana Chiquita quasi andata a male. Ritiro pettorale e vestizione effettuati e foto di rito. Nella foto sono nascosto dietro di tutti perché non ho la maglietta della società e mi presento con una canotta dal dubbio gusto e moralità oltre che con dei manicotti parecchio gay-friendly. Ma sono felice e tranquillo per quello che andrò a fare. Tanto che mi avvicino alla partenza all'ultimo istante e costretto a partire dal fondo del gruppo. L'idea per la gara è quella di fare un bell'allenamento senza forzare troppo, anche perché gli allenamenti degli ultimi tempi e soprattutto quelli della settimana mi hanno segnato nel fisico e nella mente. Decido di tenere un ritmo di 5 minuti a chilometro nella prima parte di gara per poi vedere se ne avrò per spingere nella seconda. Una tattica di gara alquanto prudenziale ma è mattino presto, il mio corpo è intorpidito e ho un muso di un personaggio dei cartoni animati. Partenza, via! partendo dal fondo sono obbligato a tenermi di lato per passare gran parte del gruppone che andrà sicuramente più lento di me e in un attimo il primo chilometro è andato. 4 minuti e mezzo. Porco cane vai più piano, così ti bruci! penso. Secondo chilometro 4 minuti e 38. Non riesco a comunicare con me stesso ed impormi di rallentare ma sono ancora in fase di uscita dal traffico e penso che fra poco riuscirò ad impormi di rallentare. Ragionamenti da scimmia urlatrice. Le gambe rispondono bene e il fiato pure. Ma già al quarto chilometro mi sento debole di energie e decido di anticipare l'assunzione del primo dei due gel energetici previsti. In un attimo la debolezza passa e penso che sia più un effetto placebo che una reazione chimica che avviene realmente nel fisico. D'altra parte i chilometri da fare sono tanti e le minchiate alle quali pensare sono veramente parecchie. In tutto questo pensare mi accorgo che ci stiamo dirigendo verso il paese di STRA e  in lontananza scorgo i palloncini bianchi del pacer dell'ora e 40. Io non ho mai corso una mezza sotto quel tempo e mi piacerebbe sfondare quel muro ma rischio di forzare troppo il ritmo e smetto di pensarci e torno a riflettere sulla chimica e la fisica quantistica. Il fatto è che più passano i chilometri e più vedo sti palloncini vicini tanto che al decimo chilometro raggiungo questo gruppetto festoso. Il ritmo dall'inizio della gara non è mai diminuito, a prova del fatto che il mio cervello e il mio corpo non hanno facilità a comunicare. Mi metto in mezzo a questi simpatici signori e ci divertiamo a salutare il pubblico presente ai lati della strada e ti rendi conto quanto basti poco per divertirsi a volte. L'unico problema è che il ritmo per due chilometri è sceso di qualche secondo e me ne accorgo dalla facilità di corsa che propongo. Rompo gli indugi e mi stacco dal gruppo vacanze e abbasso di una decina di secondi l'andatura, 4 minuti e trenta secondi a km. Tutto procede bene. Intorno al tredicesimo chilometro passiamo davanti ad un'osteria che emana, già alle dieci del mattino, odori di frittura e grigliata di pesce. Avrei approcciato qualche piatto locale con un bel bianchetto frizzante ghiacciato nonostante l'orario. Ciò significa che lo stato di forma è ottimo e riesco ancora a divagare in pensieri senza fare troppa attenzione alle gambe e al respiro. Nel frattempo entro in una cabina del telefono e mi trasformo come superman nell'ormai famigerato "runner spazzino" ed inizio a raccogliere i corridori cadaveri che incontro sul mio cammino. Vuol dire che l'andatura è aumentata e passo parecchia gente, alcuni dei quali non credo realmente siano riusciti a portare la propria carcassa all'arrivo. Si arriva a MIRA e capisco che nella provincia di Venezia si tenda a risparmiare sui nomi dei paesi. Da noi a Verona ci sono nomi più strutturati, vedi Rosegaferro, San Martino Buon Albergo, Colognola ai Colli, Valeggio sul Mincio. E quando il nome è troppo piccolo ci aggiungiamo sicuramente un qualcosa, tipo: Torri.... del Benaco, S.Anna ..... D'Alfaedo, Ronco ..... all'Adige. Comunque, oramai siamo nel finale di gara e ho i capezzoli in fiamme, naturalmente ho lasciato a casa la vaselina che me li avrebbe salvati. Avanti! Passo ancora gente, oramai sono lanciato. Fuori da una curva mi si prospetta di fronte, fiero, il campanile della chiesa della località di partenza e capisco di essere arrivato soprattutto quando sento la voce dello speaker. Tento una timida volata con me stesso, senza troppo esagerare che domani c'è allenamento in bici. Arrivo al traguardo in un'ora e 37 minuti. Buona prova e sensazioni positive. Festeggio con un'ottima birra media alla spina al primo bar disponibile, tanto per non perdere le ottime abitudini. Tanto vi dovevo, baci. Davide    

sabato 20 febbraio 2016

Stress test

Ma io, ho la capacità di restare attaccato ad un gruppo di ciclisti durante un'uscita sulle due ruote? E' così che nasce scherzosamente lo stress test odierno. A causa di problemi tecnici, questa mattina il gruppo è formato solamente da me e il Batti ma siamo parecchio agguerriti. Ci avviamo in direzione lago di Garda. Giornata stupenda, il Baldo innevato e il lago che non delude mai. Però chi si aspettava di fare 105 chilometri. Ecco, io proprio no. Comunque sembra che lo stress test sia stato superato e ora credo di avere tutti i sabato mattina impegnati. Tanto vi dovevo, baci. Davide

lunedì 1 febbraio 2016

ALL IN

Ho pensato seriamente di lasciare stare tutto e di smettere con gli allenamenti, diventare il classico impiegato tutto numeri e panza. Alcune esperienze ti segnano e tentano diabolicamente di farti mollare. Ho dovuto prendermi il tempo necessario per far lavorare il solitario neurone maschile presente nel cervello e capire che quello che mi piace fare è nuotare, pedalare e correre. E in abbondanza . Io sul tavolo da gioco ho messo tutte le mie fiches . Tanto vi dovevo. Baci. Davide

martedì 17 febbraio 2015

Giulietta & Romeo Half Marathon 2015 (altra mezza maratona di Verona)

There is no world without Verona wall ..... Non c'è mondo per me aldilà delle mura di Verona... disse un tempo il grande William Guglielmo Shakespeare. E questo è valido per le organizzazioni delle maratone; mai vista un'organizzazione impeccabile come questa. Partecipanti 10.000 runners, praticamente un esercito di lottatori che preferiscono scegliere di correre 21 km al freddo piuttosto che stare a casa con le proprie famiglie a scaldare i sofà e festeggiare i vari San Valentino e Carnevale. Mi reco alla partenza e,  una volta consegnata la sacca con la felpa, mi ritrovo in maniche corte per una mezz'ora abbondante a 5 gradi di temperatura con venticello di bora che me ne fa percepire 2. Mi auguro che lo  stomaco resista all'ibernazione e spero di evitare di trasformare la gara in un supplizio. Ma tutto procede bene e l'unico evento da rilevare sono i capezzoli duri come il marmo... brutte scene! Prima di immettermi nella griglia di partenza incontro parecchi amici tra cui Matteo, amico d'infanzia alla sua prima mezza, l'amico Piero, anche lui alla sua prima, e il mitologico Stefano Rotaia, anche lui alla sua prima. Il mio fido compagno di avventure podistiche, Matteo, è al mio fianco in griglia e, preoccupato dalle sua condizioni psico-fisiche mi avverte che andrà molto lentamente a circa 5:50 a chilometro... fatico a crederci. Prima di partire si ode al microfono la voce del Gianni Morandi nazionale che intona "uno su mille ce la fa..." e le mani, prima alzate al cielo per applaudirlo, scompaiono tutte contemporaneamente nelle parte basse di ognuno. Si parte! si, si parte, ma io a che velocità andrò? non lo so, non conosco le mie attuali potenzialità, mi sto allenando parecchio sulle tre discipline ma l'ultima volta che ho corso per 21 km è stato ad inizio dicembre e ad oggi non so nemmeno in che condizioni potrei arrivare. Decido di mantenere il classico passo da camminata primaverile in centro città. Non faccio alcuna fatica e mi aggiro sui 5:15 a chilometro. Mi guardo intorno e assaporo al massimo questa gara di casa. Come al mio solito scambio battute con chiunque mi passi vicino e i primi chilometri volano letteralmente. Vedo che lentamente mi stanno sorpassando tantissime persone e non mi preoccupo visto che so che avrò la possibilità di riprendere gran parte di loro nella seconda parte della gara e continuo con la mia leggera galoppata. Tra il terzo e il quarto chilometro, praticamente in Piazza Corrubbio a San Zeno mi trovo di fronte quel bugiardo di Matteo. Altroché lento, sta viaggiando appena sopra i 5 minuti a chilometro. Mi piazzo di fianco a lui e iniziamo a chiaccherare come se non ci vedessimo dai tempi delle scuole medie mentre ci vediamo quasi tutti i giorni e sprechiamo ignobilmente le nostre energie. Il percorso ci fa ritornare alla partenza situata in zona stadio e scorrono così i primi 8 chilometri. Mi sento benissimo, infatti Matteo mi invita parecchie volte a spingere e di non preoccuparsi di lui. All'ottavo chilometro risulto essere in posizione numero 3600. Innesco la funzione raccogli rifiuti e mi trasformo nella oramai nota figura dello spazzino-runner che tante fortune ha portato nelle scorse gare. Scarico nel cassonetto decine e decine di avversari UNO DIETRO L'ALTRO senza farlo volutamente e senza particolare fatica. In stazione, al decimo chilometro, mi ritrovo improvvisamente in posizione numero 3500. I pensieri sono molto positivi e scorro spensierato come dopo aver stipulato il mutuo. Si inzia a raggiungere il centro della nostra fantastica città e la parte più bella della corsa entra nel vivo. In questa splendida cornice raccolgo a manciate i corridori sempre più prepotentemente e dal decimo al quindicesimo chilometro vedo l'orologio spararmi dati INCREDIBILI e la fatica non si fa sentire. Ho l'adrenalina al massimo e vorrei trovarmi a Filadelfia e sverniciare Rocky Balboa sulla sua scalinata. Al quindicesimo km risulto essere in posizione 2900. Sti pazzi! Faccio un pensiero sul tempo finale e penso di poter arrivare all'arrivo sotto l'ora e quaranta ma il fardello della partenza lenta è assai pesante. Testa bassa e pedalare. All'improvviso mi accorgo di un soggetto con canotta rossa che corre a velocità doppia degli altri e lo battezzo come mia lepre personale. Mi attacco molto gaiamente al suo culo e non lo mollo più. Lui spazza gli avversari e io li raccolgo e li riciclo. Entriamo nel centro antico della città, le strade si fanno più piccole e dobbiamo contorcerci per effettuare i sorpassi. Quando vedo il tempo stampato del diciassettesimo chilometro mi vengono i brividi e non sento la stanchezza. Al chilometro 19 risulto in posizione 2400, vuol dire che sorpasso un runner ogni dieci metri. Sono al limite con il tempo dell'ora e quaranta. Decido di dare tutto (come disse una famosa porno star....) Il penultimo chilometro lo brucio ma all'ultimo sento improvvisamente, anche finalmente, la fatica. Non mollo (come disse un famoso porno divo....) Entro nella splendida Arena e mancano poche centinaia di metri all'arrivo. Non vedo niente, corro a testa bassa. Esco e giro a sinistra e mi preparo alla volata, guardo l'orologio e ..... noooooooooooo! un'altra volta: vedo 1:40. Non ce l'ho fatta nemmeno questa volta e passo sotto l'arrivo con pochi secondi sopra l'obiettivo. PAZIENZA. La rimonta però è continuata anche nel finale e all'arrivo sono in posizione  2260. Decido di non rimanere all'aperto a prendere freddo e corro a casa di mia mamma a festeggiare .... morale della favola: calorie consumate in gara :4500 calorie ingerite da mia mamma: 7560. Tanto vi dovevo, Baci. Davide

lunedì 29 dicembre 2014

Il fascino della grande M rossa.

Pescara, 14 Giugno 2015. Luogo e data che mi sognerò per parecchie volte nei prossimi 6 mesi. Ed è proprio per colpa dei sogni che mi ritroverò a lottare per riuscire a portare a termine un'epica gara come questa. 1,9 km di nuoto , 90 km di bici e 21 km di corsa, questo è l'IRONMAN 70.3 (o mezzo IRONMAN). Non ho ancora capito perchè mi sia buttato in un'avventura del genere ma credo di dover espiare delle colpe relative ad una vita passata o forse per via del fatto che non ho fatto il militare o forse perchè sono solamente matto e non me ne voglio rendere conto. Sta di fatto che è già un mese che sto macinando chilometri su chilometri in tutte e tre le discipline e il la costanza, l'impegno e la determinazioni sono massimali. Il prepotente freddo siberiano arrivato in questi giorni ha alzato ulteriormente l'asticella della difficoltà e quando esco di casa per correre o pedalare mi sembra di essere precipitato nei campi di addestramento spartani dove uomini mitologici si preparavano alle battaglie contro i popoli nemici.
Tanto vi dovevo, baci. Davide